NATURA

PERLE DI PUGLIA
GROTTE DI CASTELLANA

A 40 Km. a Sud-Est da Bari, operoso capoluogo di alacri attività produttive della Puglia, sorge la piccola città di Castellana le cui origini storiche risalgono anteriormente al X secolo. Da vari anni la linda cittadina pugliese si chiama Castellana- Grotte ed è la più importante meta turistica della Puglia, una delle più note in tutto il Mezzogiorno d'Italia.
Deve la sua fortunata rapida notorietà alla scoperta di un esteso sistema di cavità naturali sotterranee, avvenuta il 23 gennaio del 1938. Dalla natura calcarea del suolo e dalle particolari forme del paesaggio, ad irregolari alture, bassi pianori ed ampie depressioni chiuse, è facile riconoscere che nell'Altopiano delle Murge nel quale si trova la cittadina di Castellana Grotte, è una tipica regione.
Tra i più importanti sistemi di cavità sotterranee naturali d'Italia e d'Europa le Grotte di Castellana occupano un posto preminente per la loro notevole estensione, ma soprattutto per la spettacolosa vastità delle gallerie naturali interne, per la prodigiosa ricchezza delle concrezioni cristalline.

MONOPOLI

A Monopoli riuscirete a cogliere la floridezza che può riuscire a raggiungere una città di mare e la necessità di difendersi che deve aver pervaso l’animo delle sue genti quando sarete al cospetto dei suoi solidi ed estesi baluardi di difesa costiera che ancora mostrano batterie di cannoni che sembrano pronti al fuoco.
A ridosso del borgo , sul pittoresco specchi d’acqua di Cala Portavecchia, si affaccia il Castello, una delle tappe obbligate del giro nel centro storico. Voluto da Federico II, il Castello sorge su una costruzione di epoca romana e ha subito interventi di ristrutturazione e ampliamento fino all’ ‘800.
Una sosta merita poi la Cattedrale la cui storia a inizio all’epoca dei Normanni (XII sec.). Ancora l’Abbazia e Castello di Santo Stefano che sorgono su un antico sito di epoca Romana. L’abbazia, voluta da Roberto il Guiscardo e Goffredo d’Altavilla,divenne poi centro culturale Benedettino e più tardi castello, nel XV sec., per mano dei Cavalieri Gerosolimitani.
Di qui vale la pena di spingersi un po’ più avanti della costa a Capitolo e la famosa Torre Cintola, una torre di difesa costiera ben tenuta che si erge su un suggestivo scoglio che degrada nel mare con insenature, crepacci e grotte.
Sempre in località Capitolo sono presenti alcuni chilometri di spiaggia con servizi e divertimenti diurni e notturni atti a soddisfare tutte le esigenze.

POLIGNANO A MARE

La leggenda narra che mentre Caio Mario navigava nel Mare Adriatico, lasciò libero il suo falco alla ricerca di un approdo; il volatile si sarebbe posato su di una scogliera a picco sul mare. Polignano a Mare va identificata con l’antica Neapolis, che si ritiene sia sorta intorno al IV sec. a. C., su iniziativa di Dionigi, tiranno di Siracusa, per rendere più sicura la navigazione verso il Mar Ionio.
E il “volo” rimane una costante, se solo si pensa che Polignano ha dato i natali ad un grande chansonnier, Domenico Modugno , che gli amici chiamavano Mimì. Le terrazze a strapiombo sugli scogli, le stradine suggestive, le piccole case imbiancate dalla calce, fanno di Polignano un centro di inestimabile bellezza.
Il suo patrimonio architettonico si identifica nella Porta, che è l’attuale Arco Marchesale. Fino al XVIII sec., l’Arco era considerato l’unico anello di congiunzione tra l’abitato e il territorio circostante tramite la presenza di un ponte levatoio. Ma di imparagonabile bellezza sono anche la Chiesetta S. Stefano, la Chiesa Trinità, la Chiesa Purgatorio, dove venivano sepolti coloro che, per estrema povertà, non trovavano posto nelle altre chiese, la Chiesa della Natività, la Chiesa Matrice e la Chiesa SS. Cosma e Damiano, che presenta un altare in stile barocco.
Interessanti anche i Palazzi, come il Palazzo del Governatore, che ospitava il governatore nominato dal doge durante la dominazione veneziana; il Palazzo del Feudatario, dove nacque la scrittrice Fulvia Miani, madre del letterato Armando Perotti; il Palazzo dell’Orologio, ai piedi del quale viene eretto un altare maestoso per la festività del Santo patrono.
A Polignano si possono visitare anche i musei; infatti sono presenti sul territorio un Centro laboratorio di Paletnologia, un Centro d’Arte Contemporanea, il Museo dell’Abbazia e il Museo della Civiltà contadina. La grande attrattiva di Polignano, però, sono le Grotte e le Lame. Le Grotte si sono formate grazie all’azione dell’acqua e del vento, e alcune sono così profonde, da raggiungere il centro del paese. La più famosa, è Grotta Palazzese, ammirata e descritta da illustri viaggiatori, tra i quali L. Desprez.
Le Lame, invece, sono letti di antichi corsi fluviali; lungo il corso di alcune di esse, la macchia mediterranea è intatta. L’itinerario gastronomico permette di deliziare i palati più esigenti. Qui si possono gustare le zuppe di pesce, i saraghi al forno, i polpi lessi o alla pignatta, le fave impanate e i taralli bagnati nello zucchero fuso. Inoltre Polignano è la patria del gelato artigianale, e se ne trovano per tutti i gusti: alle rose, al bacio e persino alle patate!

MATERA

La città, un coacervo di arte, archeologia, modernità. Caratterizzata, fin dalla periferia, da superfici a calanchi, assume per questo un aspetto particolare, molto diverso da ogni altra città. Nucleo antico della città, oggi quasi interamente disabitati, i Sassi ospitavano circa 15.000 persone fino al 1952, quando una legge dello Stato ne decretava lo sfollamento per motivi igienico-sanitari. La struttura urbana di questi quartieri è davvero unica: scavata nel tufo della Gravina di Matera, è costituita da un intricato avvicendarsi di vicoli e scale, di grotte e palazzetti signorili, di archi e ballatoi, orti e ampie terrazze da cui sbucano, improvvisi, i caratteristici comignoli o i campanili di chiese ipogee.
Incredibile è la stratificazione delle abitazioni servite da sistemi idraulici e cisterne completamente scavate nelle profondità del terreno e capaci di conservare l'acqua fresca e potabile anche nei periodi più caldi. Qui si comprende come l'uomo sia mano a mano risalito dalle grotte-rifugio anteponendovi facciate, costruendo tetti che organizzava in piccoli orti pensili; un condensato storico artistico di spazi ricavati dal tenero tufo, un insieme di relazioni tra individui e tra famiglie, tra abitazioni, strade, chiese, tra l'agglomerato urbano e i campi.
Questo habitat rupestre sintetizza la “Storia” intesa come risultato del lavoro umano che media il delicato equilibrio tra uomo e natura; qui l'ingegno ha determinato la sopravvivenza di un'intera comunità in armonia con l'ambiente naturale. Al viaggiatore che giungeva a Matera dopo il tramonto la città si offriva come “specchio del cielo stellato”, poiché a sera veniva rispettato l'uso di accendere una lanterna davanti a ogni abitazione. Era “magnifica e splendida” per il geografo El Idrisi nel XII secolo, «salubre e ben protetta» per il cronista Eustachio Verricelli nel 1595.
Ciò che determinò la crisi urbana e sociale fu la modernizzazione, che implicò il crollo della piccola economia agricola e pastorale in favore di uno sfruttamento intensivo del latifondo e del monopolio australiano della lana. Ma già nel corso del XVII secolo, dopo le ribellioni contadine ai baroni, era iniziato il degrado dei Sassi. Nel 1663 Matera era divenuta capoluogo della Basilicata e sede della Regia Udienza Provinciale.
Lo sviluppo che ne potè derivare portò anche a un eccessivo incremento demografico con il conseguente ampliamento degli spazi abitabili. Si costruì ovunque era possibile e di conseguenza scomparvero orti-giardini, stalle, granai e cisterne. Fu il collasso. Ai fasti architettonici della città che si sviluppava, si sarebbe contrapposto «l'inferno dantesco» descritto da Carlo Levi nel suo famoso libro Cristo si è fermato a Eboli. La storia di questo meraviglioso esempio di urbanizzazione si è fermata con lo sfollamento del 1952. Sono seguiti anni di dibattiti, riunioni, tavole rotonde, concorsi internazionali.
Poi una legge dello Stato, nel 1986, riaccende le speranze che i Sassi non vengano dimenticati. Alla fine del 1993 l'UNESCO dichiara i Sassi di Matera “patrimonio dell'umanità da tramandare alle generazioni future” e li elenca tra le 395 meraviglie del mondo. Finalmente la capitale della civiltà contadina ritrova la sua dignità. Oggi nei Sassi fervono i cantieri. Non mancano le discussioni sul da farsi o su quello che si è fatto, ma nell'aria si respira la voglia di questi luoghi di tornare alla vita per raccontarci ancora una volta la storia dell'uomo.

CASTELLANA GROTTE

GROTTA BIANCA

PERLE DI PUGLIA

tra terra e mare
scavi di egnazia
ARCHEOLOGIA

Egnazia e Altamura

trulli unesco alberobello
CULTURA

Conversano, Alberobello, Locorotondo, Gioia del Colle, Ostuni, Martina Franca, Bari, Putignano, Castel del Monte, Lecce.

grotte grave grotta bianca
NATURA

Grotte di Castellana, Monopoli, Polignano a mare, Matera.